Al microfono della nostra inviata Selenia Orzella, i Bluvertigo, tra una digressione etimologica e qualche siparietto, raccontano come sono e come erano nel panorama musicale degli anni Novanta. Vi avvertiamo, le etichette sono vietate.
Siamo nello studio di RadioRock e volevo chiedervi qualcosa a proposito di radio: se aveste un programma vostro, quale sarebbe il primo pezzo che passereste?
Andy: «Io ho fatto tre stagioni a Rock ‘n Roll Radio, con un programma che si chiamava Andismi, sonorità in ordine sparso e ho parto con un remix dei Nine Inch Nails. Subito dopo Rita Pavone».
Morgan: «Io farei Me lo prendi papà di Gianni Morandi con degli insulti che metto io in estemporanea».
Sergio: «Io? Con Adam and the ants».
Livio: «Io penso che scegliere i King Crimson».
Voglio passare all musica in generale, visto che voi negli anni Novanta eravate l’alternativa a quello che il panorama musicale offriva…
Sergio: «Non più di tanto, sai? Perché gli alternativi erano altri. Noi eravamo un po’ nel mezzo tra il mainstream e l’alternativo. Non eravamo da centro sociale. Ma nemmeno da primo posti in classifica. Noi eravamo un po’ i “fighetti” per quelli che facevano gli alternativi in quel periodo».
Morgan: «Noi eravamo un po’ tutte e due le cose. Noi facevamo musica in maniera un po’ “home recording” anche se non c’era l’espressione. Io oggi la definirei “musica da cameretta”, che è quasi una parodia della musica da camera. Si faceva musica che aveva compresenza di elementi elettronici e di elementi classici – perché io studiavo al conservatorio – e di tanta, tanta, british invasion. Perché era quello che piaceva, che ci piaceva. Intorno agli anni Novanta la musica che era “accettata” era la musica dei Nirvana e tutto il fenomeno del grunge. Meravigliosi, per carità. Io inoltre ero grande fan dei Faith no more, degli Alice in chains, dei Living colour… Ma sembrava quasi che avessimo un’influenza di cui ci si sarebbe dovuti vergognare. Noi però non ci siamo mai vergognati dei Duran Duran, dei Depeche mode, dei Tears For Fears, della musica che veniva considerata “plasticosa” nel momento in cui c’erano i Nirvana che regnavano. Io ricordo che i Nirvana hanno fatto pure la cover di Rio: loro sono stati dei cantautori, al di là delle apparenze, dei maglioni. La moda, il trendismo lo fa chi non ha mai avuto niente da dire. Le categorie sono schematismi mentali. E quindi noi per andare al di là dello schematismo, suonavamo al centro sociale così come facevamo i session man al FestivalBar. Quindi abbiamo combinato le cose e alla fine i Bluvertigo che c***o sono?».
Ecco, chi sono i Bluvertigo 2.0?
Morgan: «Sono quando il glam rock incontra il cantautorato» (ride, ndr).
Nella seconda parte della nostra intervista si parlerà del nuovo album dei Bluvertigo, di musica italiana e di molto altro ancora. Non perdetevi il video dell’intervista a cura di Seienia Orzella. Vi basta cliccare QUI.